Francesco Fico • 13 agosto 2024
Si compone di una serie di procedure e passaggi che portano alla rimozione del tessuto pulpare, alla disinfezione del sistema canalare, e alla sigillatura dello stesso.
Le fasi della devitalizzazione sono:
No. Devitalizzare un dente non fa male in quanto durante la procedura verrà fatta l’anestesia.
Dipende dalla condizione clinica di partenza, se ci troviamo di fronte a una pulpite o una necrosi pulpare
Come detto in precedenza, la devitalizzazione si sviluppa su una serie di passaggi ognuno dei quali necessità di uno strumento apposito.
Alcuni esempi:
Partendo dal presupposto che nulla sia eterno, le cause della perdita di un dente devitalizzato possono essere molteplici, come ad esempio:
La devitalizzazione non è un trattamento così semplice e la complessità del sistema canalare fa si che oltre alla performance degli strumenti utilizzati, ciò che veramente conta è l’esperienza dell’operatore che in base ai casi, sceglierà quali strumenti utilizzare per raggiungere l’obiettivo.
Per questa ragione nel nostro team abbiamo più esperti in endodonzia in grado di affrontare la complessità di questi casi.
Quindi è necessario sfatare il mito che i denti devitalizzati comunque andranno persi, piuttosto accettare quelli che sono le prescrizioni e i consigli che il professionista le da per garantire la permanenza del dente in bocca.
Infatti il professionista in base alla situazione clinica di partenza, al tessuto dentale rimanente, alla profondità della carie, può indirizzarla o meno verso determinate riabilitazioni che garantiscono la predicibilità del risultato.
Uno fra tutti è la riabilitazione del dente devitalizzato con la capsula o corona protesica. Infatti molti studi hanno dimostrato che la corona è la miglior riabilitazione possibile per un dente devitalizzato, garantendo un tasso di successo a 6 anni del 98%
(Si consiglia la lettura di quest'articolo).
Quindi prima di domandarsi il senso del trattamento sarebbe opportuno domandarsi se sia fatto tutto il possibile per garantire la permanenza di quel dente in bocca.
Questa è un messaggio completamente sbagliato, dettato dalle spinte commerciali e dalla faciloneria con cui clinici con poca esperienza e capacità, nel trattamento endodontico, trasmettono per spingere i pazienti a sostituire denti che in realtà possono avere un tasso di successo superiore ad un impianto medio (leggi quest'articolo)
Molti studi hanno dimostrato che l’approssimazione nella prognosi di un dente, è dettata dalla scarsa capacità del clinico e altrettanti studi hanno ormai dimostrato come un dente con problemi più o meno importanti, sia parodontali che endodontici, se trattati adeguatamente possono avere una permanenza in bocca superiore a quella degli impianti.
Inoltre il messaggio “l’impianto è migliore del dente” è un messaggio totalmente sbagliato, in quanto anch'esso è soggetto a patologie che sono anche di difficile gestione che riducono enormemente il tasso di successo.
Nonostante gli impianti rappresentino una valida alternativa e abbiano rivoluzionato quello che è il modo di riabilitare un paziente, non sono la panacea dell’odontoiatria e resta fondamentale il giudizio di un buon clinico nel corretto uso di tale metodica, preservando quanto più è possibile gli elementi dentali.
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