La endodonzia si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie che possono colpire la polpa del dente (il "nervo"). Facile abbinare alla endodonzia la "devitalizzazione" (anche se il volgo tende a chiamarla in mille modi come divilizzazione o, peggio, vitalizzazione): essa è l'intervento di rimozione della polpa dentale. La endodonzia comunque è molto di più. Innanzitutto si occupa di verificare lo stato di salute della polpa: soggetta a traumi acuti (incidenti o forti sbalzi termici) o cronici (come durante il serramento, il bruxismo o la onicofagia) oppure come reazione alle terapie del dentista (denti otturati specie se le ricostruzioni od otturazioni molto profonde; al riguardo il termine tecnico sarebbe restauri; sicuramente improprio il termine piombatura) la polpa può degenerare. Generalmente tende a calcificare (calcolosi pulpare prende nome il processo, calcoli pulpari prendono nome le lesioni) e questo comporta che l'accesso ad essa si restringe e rende molto più difficoltosa la devitalizzazione. Talvolta questa condizione è sintomatica (ad esempio può presentarsi come un fastidio in un dente mentre si corre o fastidio i un dente mentre si salta) ma la stragrande maggioranza delle volte è asintomatico. Purtroppo non abbiamo ancora gli strumenti per curare questo processo ma la sua identificazione ci permette di arrestarlo prima che renda impossibile la devitalizzazione (devitalizzando il dente prima che sia troppo tardi). In altre condizioni, più rare in verità, può accadere che la polpa cominci a crescere erodendo l'interno del dente (riassorbimento interno) ed indebolendolo fino a farlo fratturare; anche in questo caso la diagnosi tempestiva e la devitalizzazione, pur in assenza di sintomi, sono l'unica arma per salvare un dente altrimenti compromesso. La parte più difficile della endodonzia è proprio la diagnosi: identificare queste condizioni spesso asintomatiche ma anche identificare i denti che dolgono spesso è arduo: quando un dente è in pulpite e fa male difficilmente si riesce a localizzare quale esso sia e la situazione si complica quanto più la condizione orale è compromessa. Il mal di denti da pulpite viene definito come dolore nevralgico cioè diffuso e non localizzabile ad un singolo dente (nella grande maggioranza dei casi); tutto ciò richiede test specifici di vitalità, sensibilità e dolorabilità (sensibilità al freddo, sensibilità al caldo, test di masticazione su bolo morbido, anestesia selettiva). Questi sono solo esempi che fanno capire quanto quanto l'endodonzia sia al di là della "semplice devitalizzazione" di un dente. Se poi ci si vuole concentrare sulla mera devitalizzazione basti pensare che essa è un piccolo intervento chirurgico che consiste nell'eliminare per bene la polpa del dente senza che l'intervento invada l'osso che c'è al di là di esso (un margine di errore di circa 0,2mm). Oggi per aiutare in questo difficile compito il dentista, oltre alla sensibilità manuale ed all'esperienza clinica abbiamo strumenti fini come il rilevatore elettronico d'apice che permettono di evitare le lunghe serie di radiografie che invece si usavano in passato (a tutto vantaggio per la salute del paziente). Il primo compito della devitalizzazione è eliminare completamente la polpa e decontaminare il vuoto così creato in modo che esso sia assolutamente sterile. Se si pensa che la saliva e la bocca sono piene di batteri e che sono questi batteri che provocano gli ascessi dentali quando riescono a penetrare nell'osso, si capisce anche perché in endodonzia è fondamentale l'uso della diga di gomma che isolando il dente dalla cavità orale evita al dente di contaminarsi durante questa procedura comunque un po' lunga (in media una devitalizzazione impiega circa 30 minuti; tempo non legato all'abilità dell'operatore ma alla necessità di lasciare il tempo ai prodotti disinfettanti di uccidere qualsiasi batterio possa aver popolato il dente; il disinfettante che impieghiamo è praticamente candeggina ad uso medicale doppiamente concentrata rispetto a quella che si usa in casa e purissima e sarebbe il caso non venisse ingerita nel corso della procedura come anche i piccoli strumenti canalari: altro compito utile svolto dalla diga!).
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