La maggior parte del lavoro dell'odontoiatra si svolge "al buio". Se si pensa che il dentista è il medico di tutta la bocca (comprese ossa, muscoli, articolazioni) si comprende come la parte visibile (denti, gengive e mucose) non sia altro che la punta di un'iceberg. Inoltre le terapie sui denti non si valutano "ad occhio" ma, il più delle volte, dalle conseguenze che esse hanno proprio sulle strutture profonde invisibili (le ossa). Si capisce, quindi, come per scrutare gli abissi della salute orale siano necessari adeguati strumenti diagnostici che si riflettono sulla qualità delle cure che si forniscono.
Purtroppo è raro l'uso di esami non invasivi come una risonanza magnetica dell'ATM o del collo o una banale ecografia per verificare lo stato delle ghiandole salivari.
La gran parte dei nostri esami sono di tipo radiologico, espone quindi il paziente a radiazioni ionizzati, che vanno giustificate nell'utilizzo ma soprattutto nel modo d'uso. Per questo è necessario rispettare il principio ALARA.
Attenti quindi al rischio connesso a questo tipo di indagini, siamo stati infatti tra i primi ad introdurre nella nostra pratica strumenti di radiodiagnostica digitale che abbattono di 10 volte l'irraggiamento rispetto a quelli tradizionali che è lo stesso motivo che 10 anni fa ci portò, primi sul territorio, ad acquisire una TAC Cone Beam evitando ai nostri pazienti le TAC Fan Beam multistrato dai dosaggi decisamente più elevati. Sulla stessa scia si è provveduto anche all'adeguamento per quanto concerne la radiografia endorale ed extraorale di primo livello (ortopantomografo).
Anche l'esame clinico ha tratto giovamento dalla rivoluzione digitale: oggi l'esame clinico della bocca, soprattutto delle mucose, si avvale di un endoscopio: esso illumina il campo grazie ai led sulla sua testa e può anche scattare foto o riprendere filmati per il monitoraggio nel tempo.
Le sue dimensioni consentono l'accesso ai recessi più nascosti della bocca e rendono l'esame completo e sicuro (un esempio è il CS1200).
Ma la diagnostica odontoiatrica si è evoluta ed ha coperto tutti gli aspetti della pratica clinica: per quanto riguarda i modelli diagnostici, ad esempio. Essi non si ottengono più mediante impronta rilevata con delle paste ma viene rilevata in maniera digitale mediante uno scanner endorale eseguendo una scansione ottica della superficie dei denti.
Nell'ambito dell'occlusione esistono strumenti di indagine digitale che superano di gran lunga in sensibilità quelli analogici come le cartine d'occlusione o il montaggio dei modelli in articolatore come il Teethan.
L'implantologia moderna richiede la conoscenza della qualità dell'osso per poter adeguare la preparazione del sito implantare (osteotomia) e la forma implantare alla qualità dell'osso; inoltre è necessario conoscere il grado di stabilità degli impianti nell'osso per poterli candidare al carico immediato; per questo motivo esistono motori che misurano la densita ossea intraoperatoria (TMM2 e TMM3), la forza con la quale l'impianto percorre il tragitto osteotomico durante la sua inserzione (stabilità implantare intraoperatoria) ed infine la rigidità dell'impianto indovato nell'osso che dà una indicazione sulla stabilità primaria e sulla qualità ossee residue (misuratore di risonanza come il Penguin).
Infine durante le procedure operatorie (in particolar modo quelle chirurgiche ed implantari) è d'uopo monitorare lo stato di salute mediante un monitor operatorio che tiene sotto controllo polso, frequenza cardiaca, saturazione d'ossigeno e pressione arteriosa registrando tutti i dati (come il vital monitor tecnogaz).
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